ASL BAT: prende il via il progetto dell’Infermiere d’accoglienza

Dopo il successo del Caring Nurse introdotto dal Niguarda ormai un anno fa, anche altre Aziende italiane hanno iniziato ad introdurre questa figura infermieristica.

L’infermiere d’accoglienza ha preso il via al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Barletta. Questo infermiere ha compiti di presa in carico e gestione che assicurano counselling, comunicazione e informazione in favore dei parenti e/o caregiver dei pazienti. In questo modo si dovrebbero evitare incomprensioni sul percorso che segue il paziente in PS, con una probabile riduzione delle aggressioni verbali e fisiche, come già accaduto al Niguarda.

La figura sarà attiva dalle 8 alle 20 è fornirà tutte le informazioni necessarie ai parenti/caregiver del paziente in Pronto Soccorso.

Il Direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza ha affermato: “L’infermiere dedicato all’accoglienza potrà fornire ai parenti/pazienti informazioni cliniche in tempo reale, incrementando la comunicazione tra sanitari ed utenti, al fine di ridurre situazioni potenzialmente pericolose”.

Facendo seguito alla deliberazione della Regione Puglia n.1059 del 31 luglio 2024, con cui sono state approvate le linee di indirizzo per la prevenzione, la protezione e la gestione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari e sociosanitari – afferma la Direttrice Generale dell’Asl Bt Tiziana Dimatteo – oggi siamo la prima Asl in Puglia a prevedere nei Pronto Soccorso la presenza di una figura competente e adeguatamente formata per accogliere i pazienti ed i rispettivi familiari.

Crediamo che una costante e continua informazione e comunicazione con l’utenza possa rappresentare, assieme alla disponibilità di adeguati organici medico-infermieristici, all’ottimizzazione dei percorsi interni con i reparti e i servizi ed all’attivazione di un sistema di videosorveglianza, un efficace strumento di prevenzione oltre che di protezione del personale. Come Asl Bt siamo molto orgogliosi di aver avviato un servizio che va mira a sviluppare un sempre miglior rapporto, sempre più aperto e disponibile, tra pazienti/familiari e personale sanitario”.