Legge di Bilancio: nelle prossime settimane, probabilmente, verrà approvata e le risorse per gli infermieri sono davvero misere, per non dire altro.
Si parla di circa 14 euro di aumento lordi per quanto riguarda l’indennità di specificità infermieristica. Il presidente del Nursing Up, Antonio de Palma, ha dichiarato: “Per l’imminente legge di bilancio, il Governo ha previsto significative misure di detassazione per i medici, con un netto abbattimento delle indennità che va dal 42% al 15%.
Per i camici bianchi, ciò si tradurrà, di fatto, in un aumento netto in busta paga di circa 200 euro.
Tuttavia, la situazione per gli infermieri appare ben diversa e decisamente meno favorevole.
Attualmente, la loro indennità di specificità ammonta, infatti, a circa 73 euro al mese, e la detassazione prevista non supererà il 23-24% (per i medici si parla del 42%, perché, essendo più alti gli stipendi, sono superiori anche le fasce IRPEF di riferimento). Questo si tradurrà in un incremento mensile di circa 14 euro lordi, pari a circa 10,78 euro netti, un aumento che non è neppure lontanamente sufficiente a compensare l’evoluzione del costo della vita e a sostenere il peso dell’inflazione attuale.
È fondamentale che il Governo prenda coscienza della gravità della nostra situazione e riconosca il valore del nostro lavoro. Abbiamo chiesto, sin dall’inizio delle trattative per il nuovo contratto, il raddoppio dell’indennità di specificità infermieristica e una pari indennità per le ostetriche», esordisce De Palma nella sua disamina in merito al capitolo detassazione, e bisogna pensare anche agli altri professionisti ex legge 43/2006.
In tal senso, il Nursing Up ha richiesto un impegno concreto da parte dell’esecutivo per stanziamenti aggiuntivi di 452 milioni di euro, necessari a garantire una corretta valorizzazione economica degli infermieri, delle ostetriche ed almeno ulteriori 200 milioni per gli altri professionisti della salute dell’area non medica.
Le misure attuali, spiega De Palma, non compensano nemmeno lontanamente gli sforzi da noi “profusi sul campo” e lasciano inalterata una realtà economica che ci colloca drammaticamente sul filo del rasoio, alla soglia della povertà di una città capoluogo del Nord Italia, con i nostri “quasi 1500 euro netti mensili”, che rappresentano, nel nostro caso, ancora una volta, drammaticamente, il terz’ultimo posto nella graduatoria delle retribuzioni dei professionisti sanitari europei.
A ben guardare le cifre contenute nel discutendo nuovo contratto, per i professionisti sanitari che non operano in pronto soccorso o in reparti con indennità speciali, l’aumento previsto è di € 135 al mese, dei quali molto più della metà viene già anticipato, attraverso la famosa indennità di vacanza contrattuale maggiorata, che ora di fatto verrà portata in detrazione. Di conseguenza le nuove risorse che arriveranno in busta paga, per lo stipendio base, sono tra i 54 e i 60 euro.
Questo non è affatto un riconoscimento del nostro lavoro e dei sacrifici che compiamo quotidianamente.
In vista del Congresso Nazionale del Nursing Up, previsto per l’8 novembre, sarà presentata da parte nostra una indagine esclusiva ed approfondita sullo stato di salute della professione infermieristica. Siamo pronti a lanciare a livello nazionale dati allarmanti che non potranno sfuggire all’attenzione della collettività.
Inoltre come Nursing Up ci prepariamo anche per la manifestazione di protesta del 20 novembre prossimo a Roma, accanto ai sindacati dei medici.
In questo momento cruciale per il futuro dei professionisti sanitari, De Palma ribadisce l’importanza di un atto di coraggio da parte del Governo, che dimostri una chiara volontà di conferire, agli infermieri e agli altri professionisti dell’area non medica, finalmente, un ruolo centrale nel processo di ricostruzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
È tempo che la nostra voce venga ascoltata e che il Governo compia scelte significative per garantire un adeguato riconoscimento e una valorizzazione reale delle professioni sanitarie.
Riteniamo, in maniera fondata, di rivestire legittimamente un ruolo chiave nel complesso presente della sanità italiana, capaci, ad oggi, di sorreggere sulle nostre spalle il peso della crisi in atto e di contribuire, con sforzi immani quotidiani, “a tenere a galla” la nave.
E ancor di più aspiriamo, per quanto profuso, e in nome delle nostre comprovate competenze e delle elevate responsabilità che dimostriamo di saper gestire, ad una maggiore considerazione nell’indispensabile piano di rilancio di un Sistema Salute che non può avere un domani senza gli infermieri e gli altri professionisti ex legge 43/2006“, conclude De Palma.