La Federazione Nazionale degli Infermieri è stata in audizione al Senato in relazione all’importantissimo ruolo degli infermieri della Medicina di Genere.
Nel comunicato stampa rilasciato proprio dalla FNOPI si legge: “L’infermiere, da sempre vicino al paziente, diventa un attore chiave nell’applicazione concreta della Medicina di Genere (MdG), adattando l’assistenza in base alle esigenze specifiche del paziente, che si pone al centro di un approccio olistico e votato alla presa in carico di equipe multidisciplinari in ambito territoriale. Questo richiede un riconoscimento generalizzato delle nuove competenze acquisite da parte dell’infermiere, che si concretizzano in questo caso nella valutazione delle differenze biologiche e socio-culturali dei pazienti, inclusi i fattori di rischio e la risposta ai trattamenti, e la necessità di una formazione continua su questi aspetti”.
Carmelo Gagliano, Consigliere nazionale FNOPI e presidente OPI Genova, sottolinea nell’audizione alla 10a Commissione (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) del Senato sul Ddl AS 989 “Misure per il potenziamento della medicina di genere nel Servizio sanitario nazionale”, l’importanza di prevedere nella Rete italiana della medicina di genere indicata nel Ddl un rappresentante della FNOPI tra i soggetti prioritari che compongono la Rete.
“Presenza necessaria allo scopo di garantire la rappresentatività multiprofessionale che risulta coerente con quanto previsto all’interno della Legge 3/2018 così da massimizzare la relazione, la presa in carico e la ‘personalizzazione delle cure’ per garantire ad ognuno la piena appropriatezza degli interventi e degli esiti terapeutici”.
In questo senso, Gagliano ha ricordato che la FNOPI è già coinvolta all’interno dell’Osservatorio nazionale per la medicina di genere realizzato in seno all’ISS dalla legge 3/2018.
La medicina di genere, ha spiegato Gagliano ai senatori “fa parte del nostro DNA. Anche il nostro nuovo Codice deontologico lo dimostra quando al Capo I – Principi e valori professionali – prevede all’art 3 che “l’Infermiere cura e si prende cura della persona assistita, nel rispetto della dignità, della libertà, dell’eguaglianza, delle sue scelte di vita e concezione di salute e benessere, senza alcuna distinzione sociale, di genere, di orientamento della sessualità, etnica, religiosa e culturale. Si astiene da ogni forma di discriminazione e colpevolizzazione nei confronti di tutti coloro che incontra nel suo operare”. Non è una questione solo di essere uomini o donne quindi, ma di rispetto e considerazione della persona assistita”.