Una crisi, quella della professione infermieristica, che si fa sentire in maniera sempre più importante in tutta Italia.
A Verona, per il secondo anno consecutivo, non si è riusciti a coprire i 120 posti messi a bando per il Corso di Laurea, così come accaduto a Vicenza: su 98 posti ne sono stati coperti 80 circa. Una vera e propria carenza che sembra destinata solo ad aggravarsi nei prossimi anni. Ed è così che, al CdL, vengano coperti i posti disponibili anche con punteggi davvero bassi.
Il presidente uscente dell’OPI di Vicenza ha, infatti, messo in evidenza come un candidato abbia superato il test ottenendo un punteggio di 1 su 100 e ricercando le cause di ciò. In un’intervista rilasciata al quotidiano online “il Corriere del Veneto”, ha dichiarato: “Il test è composto da domande diversificate, con contenuti di matematica, logica, chimica e biologia, oltre che cultura generale. Per il corso di laurea di Vicenza ci sono state ammissioni con punteggi bassissimi, tra cui appunto un 1 su 100.
Nulla contro gli studenti in questione, ovviamente, però è chiaro che c’è un problema di fondo, soprattutto se poi andiamo a leggere i dati: storicamente, almeno il 30% degli iscritti non è in grado di giungere al termine del ciclo di studi.
Le cause sono molteplici, alcune endogene al sistema, tra le quali non aiuta di certo l’entità dello stipendio e altre condivise con tanti altri settori lavorativi. Oggi i giovani cercano il miglior equilibrio tra lavoro e vita privata, a favore del proprio benessere: tempo libero, niente lavoro durante il fine settimana, o di notte. La nostra è comunque una professione usurante, anche mentalmente, per definizione, perché ci mette in contatto con il dolore e la morte con un forte elemento relazionale nella cura dell’assistito”.