Il Nursing Up Toscana l’ha definito “un pericolo per la sanità“.
Stiamo parlando dell’assistente infermiere, una figura introdotta ormai da 2 settimane circa ma che continua a far discutere gli addetti ai lavori della sanità.
Nella nota il sindacato afferma: “Si sta cercando di affrontare la crisi della carenza infermieristica con una scorciatoia: l’introduzione di una figura con formazione e competenze limitate, l’Assistente Infermiere. Tuttavia, questo è un passo indietro di almeno cinquant’anni, tornando all’infermiere generico, una figura superata e inadeguata alle sfide della sanità moderna. L’assistente infermiere non è la soluzione per la crisi che sta divorando il Sistema Sanitario Nazionale (SSN), ma un pericoloso compromesso che rischia di aggravare ulteriormente la situazione.
La Sanità Pubblica è già al collasso.
La mancanza di finanziamenti adeguati e la crescente crisi di personale, acuitasi con la pandemia, sono evidenti: tra il 2019 e il 2022 il SSN ha perso oltre 11.000 medici e 23.000 infermieri. La figura dell’assistente non colmerà questo vuoto, né allevierà il carico insostenibile di lavoro che gli infermieri attualmente affrontano, spesso sottopagati e senza prospettive di carriera. Al contrario, questa soluzione andrà a minare la qualità dell’assistenza, mettendo a rischio la salute dei cittadini.
La verità è chiara: non si può pensare di risolvere il problema con espedienti. Ci sono oggi solo 65 infermieri ogni 1000 abitanti in Italia, ben al di sotto della media OCSE di 98. Senza un intervento radicale che comprenda il potenziamento degli investimenti nel personale sanitario, una riforma delle condizioni lavorative, e un miglioramento delle retribuzioni, la fuga dal settore sanitario continuerà. In questo scenario, l’assistente infermiere appare come un tentativo di ridurre i costi, ma a scapito della sicurezza e della qualità delle cure.
Il futuro della sanità italiana non può essere affidato a soluzioni di facciata. È necessario un cambiamento strutturale, un aumento degli stipendi, e un miglioramento delle condizioni di lavoro che possano rendere di nuovo attrattiva la professione infermieristica, sia per chi la esercita sia per i giovani che dovrebbero scegliere questo percorso. Il rischio è grave: senza interventi tempestivi, l’Italia sarà un Paese senza infermieri”.