Burnout. Avrete sicuramente sentito questa parola.
Negli ultimi mesi sono sempre più gli infermieri in burnout, una sindrome vera e propria che porta ad uno stress importante e, di conseguenza, anche alle dimissioni dal lavoro. Come confermato dallo studio BENE, pubblicato circa un anno fa, a soffrirne sarebbero 6 Infermieri su 10, numeri che aumenteranno nel futuro.
Questi numeri sono stati confermati recentemente dal Presidente dell’OPI Ancona durante il Convegno “Dal Burnout alla valorizzazione dell’infermiere: come cambiare il presente di una professione che necessita di un nuovo futuro“.
Giuseppino Conti, all’apertura dei lavori, ha infatti fotografato il momento storico della professione infermieristica: “Ci siamo illusi che le gravi carenze di organico e organizzative messe in luce dall’emergenza Covid potessero essere finalmente superate.
I recenti casi di violenza ai danni degli operatori sanitari stanno passando da deplorevole eccezione a triste consuetudine ed è figlia di modelli organizzativi mai attuati. La percezione del cittadino-paziente è di scarsa assistenza, liste di attesa lunghe, prestazioni inadeguate senza rendersi conto che non sono gli operatori sanitari, gli infermieri in primis, i responsabili del disservizio, ma che anzi sono le prime vittime di un sistema che va ripensato.
E’ urgente attivare gli infermieri di famiglia e di comunità nel rispetto di un modello organizzativo che prevede queste figure e che tuttavia non sono ancora state attivate”.
Dal Convegno è emerso che: “la mancanza di 65mila infermieri in Italia, circa 460mila in servizio in Italia ma di questi circa 30mila hanno scelto di lavorare all’estero e con il 60% di infermieri che dichiara di sentire uno stress cronico persistente, appunto il burnout, tema al centro dell’evento.
Lo stress sarebbe causato dagli aspetti economici e dalla difficoltà di progressione dello stipendio, a quelli organizzativi, al welfare che influenza le scelte professionali e che mette in difficoltà la conciliazione del sistema vita lavorativa – vita personale anche ricordando che il 78% degli infermieri sono donne”.