Una nuova indagine realizzata dal sindacato infermieristico Nursing Up mette in luce l’attuale situazione difficile dell’infermieristica italiana.
Stipendi inadeguati al periodo storico, nettamente inferiori alla media europea, burnout costante legato alla carenza di personale, mancato riconoscimento professionale. Sono questi tra i motivi alla base della bassa attrattività della professione e del sentimento comune di abbandonare la stessa per cercare lavori diversi e meno usuranti.
Nell’indagine riportata di seguito, il 60% degli intervistati ha dichiarato di voler abbandonare definitivamente la professione infermieristica, nonostante contratti a tempo indeterminato nel pubblico.
E’ sempre più alto il numero di infermieri e delle ostetriche che si dichiara costretto ad indebitarsi per sbarcare il lunario! Un campione estremamente rappresentativo di 3037 professionisti ha deciso di partecipare direttamente al Survey promosso dal Sindacato Nursing Up, i cui risultati, presentati oggi in occasione del Congresso Nazionale Quadri Dirigenti in svolgimento a Roma, sono stati condotti tra gli associati (infermieri e ostetriche), con un’iniziativa dal titolo emblematico, ovvero #LATUAVOCECONTA.
Vita privata inesistente, ritmi di lavoro insostenibili, nessun serio riconoscimento e valorizzazione professionale. Sentimenti di profonda disillusione e sfiducia permeano il mondo dei professionisti dell’assistenza che, invece, dovrebbero essere il pilastro del sistema sanitario nazionale.
Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up, sottolinea con forza: «Questi dati rappresentano un segnale gravissimo e rilanciano le motivazioni con le quali il nostro Sindacato si prepara, per il 20 novembre, alla manifestazione di protesta accanto ai medici e all’annunciata giornata di sciopero: non solo la maggior parte degli infermieri e delle ostetriche interpellati, se potesse tornare indietro, non sceglierebbe di intraprendere nuovamente questa professione, ma addirittura non la consiglierebbe a un amico, un figlio, un parente.Â
Questa constatazione deve far riflettere chi ha il compito di governare e tutelare la sanità pubblica. Le politiche sanitarie fallimentari degli ultimi anni hanno creato un vuoto di fiducia tale da rendere gli infermieri e le ostetriche non solo insoddisfatti, ma completamente disillusi».
Profilo dei Partecipanti:
- Il 77% ha più di 10 anni di esperienza lavorativa.
- L’84% presta servizio in ospedale
- Il 16% presta servizio sul territorio.
- Carenza di valorizzazione economica e contrattuale: Quasi il 98% degli infermieri riconosce una mancanza totale di valorizzazione economica, segno che le promesse di riforme e miglioramenti si sono rivelate solo parole vuote.
- Ricorso all’indebitamento: Il 71% degli intervistati ha dichiarato di essere costretto a fare ricorso a svariate tipologie di prestito, anche di tipo familiare, a causa di uno stipendio inadeguato per arrivare a fine mese, non potendo trovare altre forme di entrate con l’attività professionale privata
- Mancanza di fiducia e rispetto: Il 75,14% degli infermieri intervistati ha dichiarato di sentirsi non rispettato e sottovalutato, tanto da non voler consigliare questa professione a nessuno. “È un dato che grida all’allarme: se chi ha dedicato anni della propria vita a questa professione la considera una scelta sbagliata, significa che siamo di fronte a una crisi strutturale senza precedenti”.
- Delusione e insoddisfazione personale: L’88,61% si dice scontento e disilluso dalla qualità della professione e non vede segnali di miglioramento a breve termine. Questo riflette anni di politiche inadeguate che hanno trascurato le vere esigenze degli operatori sanitari.
Una Professione che Perde Appeal
Quando gli infermieri con almeno 20 anni di professione alle spalle, non consigliano ai propri figli di seguire le loro orme, significa che il sistema ha miseramente fallito. La dedizione e il sacrificio non bastano più: la sanità pubblica non può prosperare se i suoi professionisti si sentono dimenticati e abbandonati.Â
La carenza di rispetto e riconoscimento non solo ha scoraggiato gli infermieri attuali, ma ha anche danneggiato l’attrattività della professione per le nuove generazioni, minando la sostenibilità a lungo termine del sistema sanitario.
È necessario un intervento immediato e strutturale per invertire la rotta. Politiche concrete di valorizzazione, investimenti e miglioramento delle condizioni lavorative sono l’unico modo per ridare fiducia e speranza agli infermieri italiani. «Non possiamo permetterci di continuare a ignorare il grido di allarme di chi è al fronte ogni giorno. Gli infermieri non chiedono altro che essere ascoltati, rispettati e valorizzati come meritano», conclude De Palma.