Infermieri in fuga verso il privato. Trentino: bisogna investire sull’attrattività

Il Trentino Alto Adige, come del resto ormai tutta Italia, sta facendo i conti con una crisi importante di professionisti infermieri.

L’OPI Trentino, già qualche settimana fa, aveva lanciato l’allarme relativo alla carenza di infermieri da qui a 10 anni. I numeri sono davvero preoccupanti: 1400 infermieri lasceranno la professione per il raggiungimento dell’età pensionabile e, a questi, bisogna aggiungere un numero sempre crescente di colleghi che decidono di licenziarsi per lavorare nel privato.

Con una media di oltre 140 infermieri all’anno, il Sistema Sanitario Regionale è a forte rischio. Il presidente dell’OPI ha confermato le preoccupazioni in un lungo comunicato stampa, riportato dal quotidiano “Il Corriere del Trentino”: “Gli infermieri sono una colonna portante della sanità, ma il bene inestimabile delle cure infermieristiche è fortemente a rischio per quantità e qualità. Le dimissioni volontarie dal sistema pubblico verso il privato e l’Alto Adige sono sempre più frequenti, basti pensare che negli ultimi due anni abbiamo avuto un aumento di liberi professionisti iscritti all’Albo, sono passati da 165 a 217.

Sono realtà più attrattive non solo per un fattore economico, ma anche perché riescono a essere più flessibili, ad esempio nel conciliare vita privata e lavoro. Garantire condizioni di lavoro e organici appropriati, gli infermieri devono essere messi nelle condizioni di svolgere la loro professione e quindi anche gli organici del personale di supporto, gli Oss e gli amministrativi, devono essere adeguati. Non è accettabile ed etico che un infermiere dedichi una fetta importante del suo tempo all’attività burocratica, togliendo tempo alla cura.

L’Italia è il fanalino di coda per quanto riguarda le retribuzioni, gli stipendi annuali italiani sono il 23% in meno della media Ocse, il 56% in meno della Germania e del 46,2% in meno della Svizzera, a parità del costo di vita”.