Healthcare Summit 2024: si è tenuto nella giornata di ieri, 21 Novembre, l’evento organizzato da Il Sole 24 Ore al quale ha preso parte anche la FNOPI.
Tra gli argomenti trattati la sanità del futuro tra PNRR, legge di Bilancio e nuovi investimenti in ricerca e innovazione. Carmelo Gagliano, Consigliere nazionale FNOPI e presidente dell’OPI di Genova è intervenuto presentando quelle che dovranno essere le priorità dell’assistenza infermieristica del futuro.
E’ proprio in un comunicato stampa della FNOPI che si legge dell’intervento di Gagliano che ha analizzato tutti gli aspetti che dovrebbero essere migliorati, tenendo in considerazione dei miglioramenti che sono stato già introdotti (vedi le nuove lauree magistrali, ndr).
“Nella legge di Bilancio ci sono timidi segnali a sostegno della professione infermieristica, ma se vogliamo andare verso gli interventi di prossimità che dichiara il DM 77, la necessità di fare prevenzione a casa delle persone che hanno necessità di assistenza e quindi la prossimità, occorre intervenire sulla parte ordinamentale della professione infermieristica che significa anche attrarre i giovani.
La normativa concorsuale di reclutamento del personale infermieristico è vecchia di trent’anni fa: oggi non ci si può più permettere i tempi lunghi dei concorsi. Non c’è un percorso chiaro e rapido di valorizzazione e premialità delle competenze degli infermieri acquisite in questi anni, soprattutto per rilanciare l’attrattività della professione.
Per questo è necessario un focus, accendere una luce importante su quello che l’intero percorso dello sviluppo della carriera infermieristica con una normativa contrattuale diversa consentirà alle aziende un reclutamento più agevole e appropriato secondo le competenze e con un percorso contrattuale di valorizzazione professionale legato al potenziamento della formazione accademica.
In questo senso stiamo lavorando con i ministeri della Salute e dell’Università per l’attivazione delle lauree magistrali a indirizzo clinico, soprattutto per la presa in carico dei malati cronici, delle persone sole che saranno sempre di più e anche di chi vive nelle aree interne.
Una competenza specialistica clinica assistenziale che grazie anche all’utilizzo della tecnologia vedrà nella figura dell’infermiere di famiglia e comunità previsto già in epoca pandemica, il professionista che andrà a casa delle persone che hanno necessità.
Lo sviluppo della competenza clinica assistenziale deve essere poi riconosciuto e valorizzato all’interno delle dinamiche organizzative, per avere nell’infermiere il perno centrale che aiuta le persone a stare a casa propria.
Bisogna bloccare il fenomeno delle grandi dimissioni per trattenere i colleghi affinché continuino a lavorare nel sistema italiano, perché sono quasi 40.000 gli infermieri che vanno all’estero perché riconosciuta la competenza a retributivo a condizioni di lavoro simili e paritarie.
Questi percorsi sono innovativi e favoriscono la compliance “nelle patologie croniche dal diabetico alla persona con problemi di lesioni cutanee piuttosto che con problemi di stoma terapia e così via. Questo vuol dire fare in modo che non sia più il paziente che gira da servizio e quant’altro per ottenere ciò che gli occorre, ma assistere attraverso l’intervento di prossimità sul territorio”.