Proseguono, a rilento, le trattative per il rinnovo del CCNL Sanità 2022-2024.
L’ARAN e i Sindacati di categoria, infatti, sono al tavolo delle trattative per discutere di questioni importanti e se da un lato l’ARAN ritiene opportuno procedere al rinnovo assicurando meno risorse di quante inizialmente dichiarate, i sindacati e gli addetti ai lavori cercano di risolvere importanti questioni economiche e giuridiche.
Il Nursing Up è tra questi e, in un recente comunicato stampa, ha chiarito quanto sta accadendo in questi giorni: “Piccoli passi avanti cominciano a vedersi, perché l’ARAN inizia a fornire risposte ad alcune richieste. Tuttavia sono ancora tante le problematiche da affrontare e risolvere, sia sotto il profilo normativo che economico.
Siamo consapevoli che il cammino è ancora lungo, e che restano molti nodi fondamentali da sciogliere per garantire condizioni di lavoro dignitose e tutele adeguate per i professionisti sanitari.
Prime aperture sulle pronte disponibilità
Un primo segnale arriva sul tema delle pronte disponibilità (PD), che per troppo tempo ha rappresentato un nodo critico per gli infermieri.
Come Nursing Up ha chiesto, è stato scongiurato il rischio di un carico eccessivo per i lavoratori, e se la proposta iniziale dell’ARAN prevedeva un massimo di 10 turni mensili di PD, dopo le nostre pressioni si è giunti ad una ipotesi che fissa il limite a 7 turni, con una flessibilità ipotizzata solo per il periodo estivo.
È un passo avanti importante, pur non definitivo, per migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita personale dei professionisti, ma occorre lavorare ancora sulla norma, per evitare abusi da parte delle aziende, e per porre limiti certi ed effettivi a tutela dei lavoratori, soprattutto riguardo alle deroghe previste per il periodo estivo, che non vanno bene.
Difesa degli incarichi professionali: un risultato che ora si scontra con quello che chiedono altri sindacati generalisti.
Altro punto chiave è stato il ripristino, nei documenti allo stato della contrattazione, del requisito dei 15 anni di servizio per l’accesso agli incarichi di funzione del personale delle aree sottostanti quella dei professionisti sanitari, come chiede il Nursing Up. L’ARAN, in una sua prima ipotesi, proponeva di portare tale requisito a 10 anni.
Questo risultato, se confermato, perché purtroppo ci sono molti sindacati generalisti che si oppongono al mantenimento dell’attuale limite di 15 anni per il personale sopra indicato, e che vorrebbero invece abbassarlo, eviterebbe il grave rischio di spostamento di risorse contrattuali dagli infermieri e dai professionisti sanitari verso altre categorie di personale, preservando i fondi per chi opera in prima linea.
Pronto soccorso: ancora nodi critici da risolvere
La situazione del personale di pronto soccorso resta preoccupante. Le proposte dell’ARAN rischiano di penalizzare ulteriormente chi lavora in tali servizi, in primis privandolo dell’indennità di operatività per particolari servizi di cui già beneficia, e poi mantenendo uguali le indennità di pronto soccorso per tutte le figure professionali interessate, anziché differenziarle.
Queste disposizioni, se non modificate, ignorano il carico di lavoro specifico e i rischi affrontati dagli infermieri, mettendo in predicato persino gli orientamenti fissati dal Comitato di Settore.
Nursing Up chiede una revisione immediata, con indennità differenziate e adeguate sulla base dei profili professionali: non si può pensare che il personale dei profili amministrativi, operante nei pronto soccorsi, abbia le stesse indennità di infermieri o professionisti sanitari e dell’assistenza, con diametrali differenti e ben più pesanti responsabilità.
Sicurezza: tolleranza zero contro le aggressioni
Sulle aggressioni, non possiamo accettare dichiarazioni di principio prive di misure vincolanti. Lasciare agli enti la facoltà di agire in tali importanti e delicati contesti, così come proposto dall’ARAN nella sua ipotesi, certo non basta.
Nursing Up ribadisce che è necessario:
- sancire l’obbligo per le aziende di costituirsi parte civile nei casi di violenza;
- sancire l’obbligo per le aziende di garantire supporto psicologico” per le vittime;
- sancire l’obbligo per le aziende di garantire una copertura assicurativa specifica per il rischio professionale.
Pretendiamo impegni chiari per la sicurezza dei professionisti sanitari.
Nursing Up ha chiesto, unico sindacato che lo ha fatto, di “regolamentare per via contrattuale la materia”. L’ARAN ha scelto di operare una scelta diversa: un sostanziale e mero recepimento delle norme di legge vigenti, per noi fallaci, che sospendono, ma solo temporaneamente e “con un’infinità di limitazioni”, il vincolo di esclusività per i professionisti sanitari.
Nursing Up insiste, nella propria richiesta all’ARAN e alle altre Organizzazioni Sindacali, di avere la volontà e coraggio per regolamentare in maniera innovativa l’esercizio delle attività intra ed extra moenia, proprio attraverso il contratto.
Per il Nursing Up, tra le altre cose, restano ancora questioni cruciali da affrontare:
- Le indennità irrisorie: come, solo per esempio, l’attuale indennità oraria di Pronta Disponibilità, pari a 1,80 euro lordi all’ora (circa 1,26 euro netti), del tutto inadeguata e offensiva rispetto alla responsabilità e al sacrificio richiesti ai professionisti sanitari.
- La possibilità di ampliare le pronte disponibilità: L’ipotesi che le aziende possano ampliare le situazioni di pronta disponibilità in base alle esigenze aziendali, senza limiti chiari e predefiniti, e l’assenza di limiti per le deroghe previste durante i periodi estivi, rischia di portare a abusi e penalizzare ulteriormente i lavoratori.
- La suddivisione delle risorse contrattuali: L’attuale distribuzione non valorizza adeguatamente i professionisti sanitari rispetto al restante personale. Va rivista l’attribuzione delle risorse, anche in relazione ai DEP nel contesto degli emolumenti.Occorre continuare a chiedere risorse integrative per il CCNL che si sta discutendo.
Le trattative con l’ARAN proseguono, e il Nursing Up resterà fermo nella difesa dei diritti, delle tutele e della dignità dei professionisti sanitari. Non accetteremo compromessi su questioni fondamentali, e continueremo a lavorare per un contratto che dia finalmente risposte concrete. Il Nursing Up continuerà a rappresentare con fermezza e responsabilità le istanze di chi ogni giorno garantisce il diritto alla salute nel Paese.