La Regione Lombardia ha dato avvio ad una serie di iniziative volte a ridurre il fenomeno delle aggressioni negli ospedali. Nel comunicato stampa della Regione si legge:
“In particolare, con l’approvazione di una delibera in Giunta regionale, nel dicembre 2024 è stato definito un documento di indirizzo per la prevenzione e la gestione degli atti di violenza verso gli operatori sanitari. Questo documento include misure strutturali, tecnologiche e organizzative per garantire ambienti di lavoro più sicuri. Dal 2 gennaio, l’ASST di Pavia è la prima in Lombardia a utilizzare smartwatch antiaggressione nell’Ospedale Civile di Vigevano. In caso di emergenza, un pulsante SOS consente il contatto diretto con la centrale operativa e, se necessario, l’intervento immediato delle Forze dell’ordine.
Ed ancora, Regione Lombardia e Ministero dell’Interno stanno lavorando a un accordo per potenziare i sistemi di videosorveglianza e introdurre ulteriori strumenti innovativi per la sicurezza presso i presidi sanitari.
Infine, una recente circolare della direzione Welfare della Regione fornisce indicazioni sulla tutela dei lavoratori vittime di aggressioni. L’atto prevede che gli enti sanitari devono denunciare alla Procura della Repubblica gli episodi di aggressione o in altri casi, per le aggressioni non rientranti in queste fattispecie ma procedibili solo a querela, gli enti devono supportare il lavoratore nella denuncia e in caso di conclusione delle indagini penali gli enti devono valutare se costituirsi parte civile garantendo il massimo supporto legale e istituzionale ai professionisti aggrediti”.
L’assessore al Welfare della Sanità Guido Bertolaso ha affermato: “Regione Lombardia sta investendo risorse e competenze per tutelare medici, infermieri e tutto il personale sanitario, che ogni giorno garantisce cure e assistenza ai cittadini. Le misure adottate, come gli smartwatch antiaggressione e i protocolli di sicurezza, rappresentano un passo importante verso la costruzione di un ambiente di lavoro sicuro e sereno. Tuttavia, è fondamentale continuare a lavorare insieme, rafforzando la collaborazione tra istituzioni e enti sanitari, per affrontare le sfide ancora aperte.
Aggredire chi sta lavorando per curare e spesso salvare vite è davvero un atto meschino e vigliacco. Come assessorato, insieme al ministero degli Interni, stiamo lavorando per destinare 3 milioni di euro per la videosorveglianza negli ospedali. Un progetto importante che è un primo passo per rafforzare la sicurezza degli operatori sanitari e dei pazienti stessi”.