Nuova vittoria dell’AADI in relazione ai buoni pasto.
L’Associazione, infatti, oltre ad ottenere il riconoscimento degli stessi per gli Infermieri pugliesi, è riuscita anche a far cancellare la legge che li vietava (n. 1/2008, ndr). Questa si aggiunge alle già innumerevoli sentenze vinte dagli Infermieri in tutta Italia.
Nel comunicato dell’AADI si legge: “Eppure, all’udienza gli avvocati della A.S.L. BT dissero al giudice: “Presidente (il giudice era anche il presidente del Tribunale), lo sa che il Tribunale di Trani non ha mai riconosciuto i buoni pasto, c’è la legge n. 1/2008 che li vieta, non si possono dare in Puglia”.
Il Presidente rispose: “Certo, lo so”.
Ma il ricorso è stato scritto talmente bene … le eccezioni contro la legge pugliese sulla quale l’A.A.D.I. ha eccepito l’incostituzionalità … la violazione del contratto di legge nazionale (il C.C.N.L. è legge nazionale per una complessa argomentazione giuridica che qui non spieghiamo, ma che è stata spiegata e dimostrata al giudice) … la natura assistenziale del buono pasto ed altre questioni di vitale importanza per la buona riuscita della causa, sono state talmente convincenti che, del tutto inaspettatamente (l’A.A.D.I. pensava di vincere solo in Cassazione), il Presidente del tribunale ha accolto il ricorso e per la prima volta nella storia di Barletta – Andria e Trani e tante altre città pugliesi, è stata aperta la breccia nel muro creato dalla Regione Puglia che, a differenza degli altri colleghi infermieri d’Italia, gli è stato impedito di godere del sacrosanto diritto del pasto aziendale, con danni in busta paga di decine di milioni di euro; soldi sottratti ai lavoratori che adesso devono essere restituiti!
Complimenti alla Presidente che non si è fatta per nulla influenzare dalla politica ed ha agito in ragione della giustizia e del diritto. L’A.A.D.I. dedica questa vittoria a tutti quelli che hanno detto dell’Associazione Avvocatura Degli Infermieri: ma a cosa serve questo Sindacato da quattro lire che non firma il contratto?
Meglio un Sindacato che non firma il contratto, ma lo fa rispettare, che tanti sindacati che lo firmano e se ne fregano poi di applicarlo per il bene dei lavoratori”!