CCNL: nuova fumata nera su eventuali trattative

Il 20 Febbraio si sono riaperte, dopo una settimana di stallo, le trattative in merito al CCNL, ormai scaduto, per i professionisti sanitari.

L’ARAN, come riporta il Nursing Up, non ha proposto nulla di nuovo, rimanendo sulle sue posizioni e nono mostrando alcuna apertura alle proposte dei sindacati che non hanno firmato l’accordo.

Nel comunicato stampa del Nursing Up si legge: “Le risorse disponibili per il CCNL 22/24 sono poche, ne siamo consapevoli, ma la loro allocazione poteva e doveva essere diversa. Quegli 8 euro di differenza tra l’aumento di stipendio tabellare, di infermieri, ostetriche e altre professioni sanitarie, con le categorie sottostanti, pesano ancora oggi come uno schiaffo alle nostre professioni. Inoltre, l’aspetto normativo della bozza propostaci il 14 gennaio scorso, offre, invece, margini di cambiamento che l’ARAN sembra ad oggi non voler cogliere. Noi siamo pronti a trattare 24 ore su 24, ma al momento non abbiamo potuto far altro che prendere atto di una chiusura su tutti i fronti.

Tra le richieste avanzate dal Nursing Up, emerge ancora una volta la necessità di garantire l’accesso all’area di elevata qualificazione a tutti i professionisti sanitari, inclusi coloro che possiedono titoli equipollenti riconosciuti dalla legge 42/1999, e non solo ai laureati magistrali. L’esclusione di questi ultimi rappresenterebbe una discriminazione inaccettabile e una penalizzazione ingiustificata per migliaia di lavoratori esperti. 

Sul fronte della formazione, Nursing Up ha chiesto di destinare due ore settimanali dell’orario di servizio (di 36 ore) all’aggiornamento ECM e 24 ore annuali aggiuntive rispetto agli altri dipendenti, considerando la specificità delle professioni sanitarie, che richiedono un costante aggiornamento.

Abbiamo chiesto che i colleghi over 60 possano essere esonerati dai turni notturni e dalla pronta disponibilità, su loro richiesta. L’ARAN ha risposto con una vaga disponibilità, lasciando, però, sempre nella bozza propostaci il 14 di gennaio scorso, la decisione finale alle aziende sanitarie, vanificando di fatto questa misura di tutela. Ci vuole il riconoscimento di diritti concreti ed esercitabili dai dipendenti , e non mere possibilità. 

Per quanto concerne la questione economica, Nursing Up ritiene inaccettabile che, le risorse già disponibili nel CCNL 22/24, vedano gli aumenti tabellari previsti per gli infermieri e le ostetriche fermi a 135 euro lordi, con una differenza di soli 8 euro rispetto all’area sottostante degli assistenti. “Questa non è valorizzazione. Certo, dobbiamo continuare a chiedere maggiori risorse al Governo per il futuro, ma la quadra per la chiusura del CCNL 22/24 avrebbero potuto almeno provare a cercarla, distribuendo meglio quelle già disponibili, cosa che, invece, si sono ben guardati dal fare.

Si signori, per come la vediamo noi, l’ARAN ha fatto scelte discutibili, che altri sindacati sono pronti a sottoscrivere, ma che noi contestiamo, nella speranza e disponibilità, se davvero le trattative sono ripartite, di poterci lavorare.

Se mancano gli infermieri, le ostetriche e altri professionisti sanitari, pensiamo prima a incentivare la professione, garantendo stipendi adeguati e migliori condizioni di lavoro. Introdurre assistenti con poche ore di formazione non è la soluzione: il Servizio Sanitario Nazionale ha bisogno di infermieri qualificati, non di palliativi. E poi assistente infermiere? Assisterà chi se gli infermieri mancano drammaticamente all’appello?

E se l’incontro di oggi fosse stato voluto solo per poter dire di averci provato, senza la reale volontà di discutere per un contratto migliore, allora noi non presteremo il fianco, e porteremo avanti le nostre battaglie in ogni azienda e servizio del SSN, in sintonia con quello che i lavoratori ci chiedono di fare”.

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